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“ABC: l’Azzardo è Bene Conoscerlo”, un’ottima opportunità per fare chiarezza su terminologia, false credenze e convinzioni legate al mondo dell’azzardo.
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Dove e quanto si è investito in Italia nel 2022 sul gioco d'azzardo?
Quali regioni hanno registrato più apparecchi attivi e quali meno?
Raccogliamo qualche dato dal libro blu dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli:
Continuiamo la nostra scoperta dell'edizione 2022 del Libro blu di ADM.
Oggi vediamo cosa ci dicono i dati sui conti gioco on-line.
La vicenda Fagioli e la sua estensione ad altri coetanei calciatori (al momento in cui scriviamo ancora ignote figurine dell’albo), il suo fibrillante frastuono mediatico, va accatastandosi di pareri, alcuni dei quali anche autorevoli, la cui focale, tuttavia, ci sembra mancare sempre il bersaglio grosso.
Per qualcuno si tratta di ragazzini viziati, il padre del calciatore chiama in causa i procuratori, che dovrebbero, a suo avviso “… mettere in guardia i giovani rispetto ai rischi a cui vanno incontro.”, per altri sono invece proprio i genitori che dovrebbero educare meglio i figli. Poi c’è l’immancabile, laconico e sempreverde adagio, secondo cui il sistema calcio sarebbe marcio, come se fosse una cellula avulsa dal resto della società. I pareri degli esperti, autorevoli Psicologi e Psichiatri, ci ricordano come il vuoto interiore, talvolta intriso di tinte depressive, sia generato dalle tante tensioni ed aspettative rivolte ad un calciatore; e ci dicono come questo venga mitigato in uno spazio di fuga dalla realtà come il gioco d’azzardo: un’evasione, dove anche l’elemento trasgressivo, tipico dell’età, gioca un ruolo rilevante. Tutto vero, tuttavia, a nostro parere, il grande assente in tutte queste analisi, che rischiano di guardare il dito e non la luna, è la roboante offerta d’azzardo esistente, sia sulle piattaforme illegali che, tocca sottolinearlo, su quelle legali, dove ci si ammala alla stessa maniera. Negli ultimi dieci anni il comparto dell’azzardo legale online, completamente ristrutturato, ha avuto un’impennata di mercato senza eguali e le scommesse sportive sono più che raddoppiate. Nel solo 2021 nella fascia d’età 18/24 anni, sono stati aperti 1.360.000 conti di gioco, a cui vanno aggiunti, nella stessa fascia d’età, altri 1.816.000 conti di gioco già attivi. Questo mercato è la vera locomotiva in grado di legittimare, nella testa di un giovane, la possibilità di spingersi al largo nel mondo delle scommesse, compreso, ad un certo punto, il passaggio ai mercati illeciti. I meccanismi trigger (così negli ambienti di cura vengono definiti quei meccanismi che nei giochi d’azzardo fungono da detonatore e sono in grado di scatenare compulsività), sono presenti in tutte le piattaforme di gioco, legali e non. Sostenere il contrario sarebbe come dire che un pacchetto di sigarette comprato in tabaccheria nuoccia meno alla salute di un pacchetto di contrabbando.
Mentre le realtà di cura stanno organizzandosi per accogliere nei propri luoghi di trattamento le nuove generazioni in gioco, l’ingordigia delle lobby dell’azzardo, che non conosce limiti, flirta con il governo per riaprire un varco alla pubblicità sull’azzardo, partendo, guarda un po’, proprio dalle sponsorizzazioni sportive. Se la popolazione calcistica è un estratto omogeneo della popolazione giovanile, la nostra preoccupazione dovrebbe superare i confini del campo da gioco e occuparsi con altrettanta attenzione mediatica dei tanti giovani “in gioco”, portatori oggi di un problema di cui non sono nemmeno pienamente consapevoli, e che non faceva parte del corredo culturale giovanile, se non di riflesso, fino a un decennio fa. Crediamo che occorra utilizzare gli inquietanti fatti di questi giorni per mettere in luce, di fronte a una problematica in continua ascesa, la necessità di fare prevenzione. Principalmente nelle scuole, nelle fabbriche, dove spesso si incontrano quei tanti giovani “Fagioli” che non hanno espresso egual talento per diventare dei campioni, ma che hanno senz’altro respirato la stessa aria e, perché no, nelle società sportive.
Occorre cominciare ad utilizzare le narrazioni ed i linguaggi corretti: il gioco d’azzardo online, legale o illegale, non è un gioco come gli altri. In tanti casi può far sviluppare meccanismi di dipendenza, la cui sindrome non si chiama ludopatia, termine mediatico edulcorato, ma D.G.A. (Disturbo da Gioco d’Azzardo), come definisce universalmente il DSM 5 (il manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali). Ma soprattutto, riteniamo prioritario sottolineare che la campagna “mettiamoci in gioco” (https://www.mettiamociingioco.org/), che sosteniamo come principale baluardo alla lotta al gioco d’azzardo chiede, inascoltata da diversi anni, a tutti i governi che si succedono, di ridurre considerevolmente l’offerta di gioco d’azzardo legale, unico dispositivo di buon senso a salvaguardia della salute pubblica.